Con e per… due semplici preposizioni: ovvero quella parte invariabile di un discorso che crea un legame fra parole e frasi, specificando un rapporto reciproco e una funzione sintattica della parola, locuzione o frase che la segue.
«Abbiamo avuto 250 decessi, voglio sempre ricordare che sono persone decedute 'con' coronavirus e non 'per' il coronavirus, l'Iss sta facendo tutta una serie di indagini epidemiologiche e cliniche». Queste sono le parole di Angelo Borrelli commissario straordinario per l'emergenza coronavirus, nella conferenza stampa del 13/03/2020.
Nella nostra lingua esistono parole semplicissime e apparentemente innocue, come le congiunzioni e le preposizioni che possono stravolgere l’intero significato di una frase.
Mescolando l’ordine delle parole e delle congiunzioni, cambiando le preposizioni si possono ottenere miscele linguistiche esplosive.
Se sparo a una persona con una qualsiasi patologia, posso difendermi dicendo che quella è morta "con la mia pallottola" piuttosto che "per la mia pallottola"? Credo proprio di no.
Quindi se delle persone con patologie, che fino a ieri vivevano tranquillamente, ma dopo che hanno contratto il virus sono decedute, perché si dovrebbe dire che sono morte per quelle patologie? Forse per nascondere errori e omissioni? Scelte scellerate fatte precedentemente?
La forma vale più del contenuto. La collocazione delle parole è molto importante nella manipolazione linguistica. L’arma principale dell’attacco linguistico alla mente non è il contenuto, ma la forma, in primo luogo la posizione delle parole. Spesso ciò che ci persuade è invisibile; più è invisibile, maggiore è il suo potere di persuasione.
«Sappiamo bene che la realtà trasforma il linguaggio. Il linguaggio può trasformare la realtà.»
(A/traverso - 1976)