In quest’articolo affrontiamo la questione del MUOS, non dal punto di vista dei danni che può portare all’ambiente e alle persone, tema per altro già ampliamente affrontata dai professori Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu del Politecnico di Torino, e neanche da un punto di vista prettamente militare classico, o di possibili infiltrazioni mafiose, temi che rimandiamo al lavoro del giornalista Antonio Mazzeo. Affrontiamo la questione del MUOS da un punto di vista si militare, ma non convenzionale: ovvero l’utilizzo del MUOS per il controllo preventivo e la repressione di eventuali sommosse o insurrezioni, anche a fronte della rielaborazione del ruolo della NATO, che dovrà fare operazioni belliche, in ambiente urbano, nelle città occidentali, così come le sta facendo in tanti paesi del “Terzo Mondo”.