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sabato, 27 Luglio 2024

Il pote­re del­le nar­ra­zio­ni tos­si­che: fra­me, con­ta­gio, con­trol­lo

“Sicu­rez­za”, “con­trol­lo”, “scon­tro tra civil­tà”, “voglio­no col­pi­re il nostro sti­le di vita”, sono le paro­le e le fra­si più uti­liz­za­te dai media main­stream dopo gli atten­ta­ti di Pari­gi del­lo scor­so novem­bre.

Pro­prio dal 13 novem­bre sono in atto nar­ra­zio­ni, che pos­sia­mo tran­quil­la­men­te defi­ni­re tos­si­che, per­ché rac­con­ta­te «… sem­pre dal­lo stes­so pun­to di vista, nel­lo stes­so modo e con le stes­se paro­le, omet­ten­do sem­pre gli stes­si det­ta­gli, rimuo­ven­do gli stes­si ele­men­ti di con­te­sto e com­ples­si­tà».

«È sem­pre nar­ra­zio­ne tos­si­ca la sto­ria che gli oppres­so­ri rac­con­ta­no agli oppres­si per giu­sti­fi­ca­re l’oppressione, che gli sfrut­ta­to­ri rac­con­ta­no agli sfrut­ta­ti per giu­sti­fi­ca­re lo sfrut­ta­men­to, che i ric­chi rac­con­ta­no ai pove­ri per giu­sti­fi­ca­re la ric­chez­za.
Una nar­ra­zio­ne tos­si­ca non si limi­ta a giu­sti­fi­ca­re l’esistente, ma è anche diver­si­va, cioè spo­sta l’attenzione su un pre­sun­to peri­co­lo incar­na­to dal “nemi­co pub­bli­co” di tur­no. E il nemi­co pub­bli­co di tur­no, guar­da caso, è sem­pre un oppres­so, uno sfrut­ta­to, un discri­mi­na­to, un pove­ro.
Strin­gi strin­gi, la fabu­la del­la nar­ra­zio­ne tos­si­ca è la guer­ra tra pove­ri
»

Non è cer­to da oggi che i media main­stream com­pio­no que­ste ope­ra­zio­ni. Pen­sia­mo a come han­no sem­pre rap­pre­sen­ta­to il mon­do isla­mi­co e i Pae­si ara­bi, asso­cian­do­li mol­to spes­so a idee di vio­len­za, fana­ti­smo arre­tra­tez­za, ritraen­do spes­so, fol­le urlan­ti, fune­ra­li di mili­zia­ni cele­bra­ti con spa­ri di kala­sh­ni­kov, don­ne che indos­sa­no il bur­qa. Que­sto con­ti­nuo bom­bar­da­men­to fa si che in noi si for­mi­no dei fra­me[i] impli­ci­ti, dove asso­cia­mo auto­ma­ti­ca­men­te a isla­mi­co, le paro­le vio­len­za, arre­tra­tez­za, fana­ti­smo. Arri­va­re alla paro­la “ter­ro­ri­sta”, il pas­so è bre­ve, è suf­fi­cien­te una leg­ge­ra azio­ne.

Nar­ra­zio­ne Tos­si­ca 1

Lan­ci di agen­zia del 18 novem­bre: “la pri­ma don­na kami­ka­ze nel cuo­re dell’Europa”. Anco­ra ades­so se si cer­ca con Goo­gle “don­na kami­ka­ze”, si tro­va, nel­la pri­ma pagi­na dei risul­ta­ti, il solo arti­co­lo dell’Avvenire “Pari­gi, non c’è sta­ta nes­su­na don­na kami­ka­ze” che smen­ti­sce la noti­zia.
[http://www.avvenire.it/Mondo/Pagine/parigi-non-stata-nessuna-donna-kamikaze.aspx]

Ma come han­no smen­ti­to la noti­zia, gli altri media? Pren­dia­mo per esem­pio La Repub­bli­ca, che ha smen­ti­to la noti­zia con un aggior­na­men­to dell’articolo dal tito­lo “La don­na kami­ka­ze, è la pri­ma nel cuo­re d’Eu­ro­pa”, un tra­fi­let­to che dice: “Aggior­na­men­to del 24 novem­bre 2015: a dif­fe­ren­za di quan­to ripor­ta­to in que­sto arti­co­lo, data­to 18 novem­bre, le inda­gi­ni han­no veri­fi­ca­to che non è sta­ta Hasna a far­si esplo­de­re duran­te il bli­tz, ben­sì un uomo non anco­ra iden­ti­fi­ca­to.
[http://www.repubblica.it/esteri/2015/11/18/news/la_donna_kamikaze_e_la_prima_nel_cuore_d_europa-127662680/]

Però, in tut­to l’articolo si par­la di Hasna come del­la pri­ma don­na kami­ka­ze. L’importante è divul­ga­re la noti­zia (vera o fal­sa che sia), se poi la noti­zia non è vera, la si smen­ti­sce con un occhiel­lo. Intan­to l’operazione di fra­ming è sta­ta avvia­ta, e ha comin­cia­to a insi­nuar­si nel nostro imma­gi­na­rio. Quan­te saran­no le per­so­ne che dal 18 novem­bre, veden­do una don­na con il velo sui capel­li, la asso­cia­no a una kami­ka­ze?

Nar­ra­zio­ne Tos­si­ca 2

Vare­se; stu­den­tes­se mus­sul­ma­ne diser­ta­no il minu­to di silen­zio”. Anche in que­sto caso si cer­ca di far pas­sa­re un mes­sag­gio in cui esi­ste una col­lu­sio­ne tra tut­ti i mus­sul­ma­ni e i ter­ro­ri­sti del Daesh, sal­vo poi sco­pri­re che anche stu­den­ti ita­lia­ni, non mus­sul­ma­ni, han­no ese­gui­to que­sta for­ma di pro­te­sta con­tro il diver­so trat­ta­men­to riser­va­to alle vit­ti­me nige­ria­ne, liba­ne­si e rus­se di atten­ta­ti ter­ro­ri­sti­ci.

L’importante è com­pie­re l’operazione di fra­ming, tan­to poi gli uti­li idio­ti del pote­re che con­te­sta­no la moti­va­zio­ne si tro­va­no sem­pre, e gra­tis.

Il con­ta­gio

Tut­te que­ste (e altre) nar­ra­zio­ni ser­vo­no a inne­sca­re un mec­ca­ni­smo di con­ta­gio socia­le, in cui sono dif­fu­si con­cet­ti e non virus. Ma, se nel mon­do bio­lo­gi­co esi­ste il nostro siste­ma immu­ni­ta­rio per difen­der­ci da agen­ti pato­ge­ni, nel mon­do del­la comu­ni­ca­zio­ne, digi­ta­le o meno, non esi­ste nes­sun mec­ca­ni­smo di dife­sa, per cui la pro­ba­bi­li­tà di con­ta­gio è mol­to più alta.

Que­sto con­ta­gio fa si che gli indi­vi­dui ten­da­no a tra­smet­te­re tra loro un uni­co pen­sie­ro, quel­lo domi­nan­te, entran­do a far par­te di un grup­po in cui tut­ti pen­sa­no in modo simi­le, e in cui non esi­ste la capa­ci­tà di pro­dur­re dif­fe­ren­ze nel modo di pen­sa­re.

Ne sono testi­mo­nian­za le tan­te inter­vi­ste dopo i fat­ti di Pari­gi, tut­te incen­tra­te ad affer­ma­re il con­cet­to domi­nan­te: più con­trol­li, più sicu­rez­za. Ecco che si crea, quel­lo che Micha­lis Lia­nos ha defi­ni­to “nuo­vo con­trol­lo socia­le”, “aggior­nan­do” i con­cet­ti di Fou­cault. Un con­trol­lo fon­da­to su una col­la­bo­ra­zio­ne otte­nu­ta attra­ver­so un con­sen­so, gene­ran­do un sen­so comu­ne tra chi con­trol­la e chi è con­trol­la­to. Que­sto evi­ta l’eventuale gestio­ne del­le resi­sten­ze che i con­trol­la­ti potreb­be­ro met­te­re in atto.

A fron­te di que­sto con­sen­so “spon­ta­neo”, il “socia­li­sta” Hol­lan­de ha fat­to subi­to ina­spri­re le leg­gi sui con­trol­li (già le più intru­si­ve d’Europa), arri­van­do fino agli arre­sti pre­ven­ti­vi di 24 atti­vi­sti eco­lo­gi­sti pri­ma del ver­ti­ce sul cli­ma di Pari­gi

Ovvia­men­te il pote­re, se non ti inte­gri, con­ti­nua a cer­ca­re di addo­me­sti­ca­re e puni­re, crean­do con­sen­so attra­ver­so ulte­rio­ri nar­ra­zio­ni tos­si­che, mes­se in moto anche dal­le strut­tu­re isti­tu­zio­na­li del pote­re stes­so, con obiet­ti­vo del­la cri­mi­na­liz­za­zio­ne di tut­ti quei movi­men­ti che non rien­tra­no nel­la sua logi­ca di “oppo­si­zio­ne” lega­le (come i sin­da­ca­ti e i par­ti­ti).

L’esempio tipi­co è quel­lo del movi­men­to NoTav, un movi­men­to che non rien­tra cer­to nel­la logi­ca di “oppo­si­zio­ne” lega­le, e che dif­fi­cil­men­te ci entre­rà, dove alcu­ni dei suoi mili­tan­ti sono sta­ti accu­sa­ti di ter­ro­ri­smo per il taglio di una rete e l’incendio di un com­pres­so­re, equi­pa­ran­do que­ste azio­ni all’uccisione di per­so­ne inno­cen­ti all’interno di un risto­ran­te o di una sala con­cer­to.

Anche se poi l’accusa di ter­ro­ri­smo è sta­ta fat­ta cade­re dai giu­di­ci (è pur sem­pre uti­le crea­re del­le con­trad­di­zio­ni all’interno del­le strut­tu­re del pote­re, per far vede­re una par­ven­za di liber­tà, in modo che pos­sa­no insi­nuar­si dei dub­bi in quel­la par­te meno radi­ca­le di un qual­sia­si movi­men­to di oppo­si­zio­ne) l’operazione di fra­ming è sta­ta avvia­ta e si è già insi­nua­ta nostro imma­gi­na­rio; e la can­cel­la­zio­ne dell’accusa di ter­ro­ri­smo, non ha cer­to lo stes­so per­so dell’accusa stes­sa.

Nel­la sua guer­ra inter­na il pote­re (attra­ver­so gli sta­ti-nazio­ne ormai meri ese­cu­to­ri di ordi­ni di orga­ni­smi sovra­na­zio­na­li), ha sem­pre più biso­gno di mag­gior con­trol­lo e con­sen­so, e uti­liz­za tut­ti gli stru­men­ti che ha dispo­si­zio­ne, dal­la stam­pa main­stream, alle “oppo­si­zio­ni” lega­li, alle sue strut­tu­re di domi­nio e repres­sio­ne.

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[i] Nel­la comu­ni­ca­zio­ne, e spe­cial­men­te in quel­la poli­ti­ca, non c’è paro­la o fra­se che non inqua­dri un dato pro­ble­ma secon­do la pro­spet­ti­va ideo­lo­gi­ca di chi la usa. Il “fra­ming” non è altro che un’operazione per mez­zo del­la qua­le si dà un sen­so ad un’informazione, dan­do enfa­si ad alcu­ni ele­men­ti a sca­pi­to di altri. Que­sto di soli­to vie­ne sin­te­tiz­za­to nei tito­li e nei pri­mi para­gra­fi dell’informazione stes­sa. In pra­ti­ca il fra­me, o qua­dro, è quel­lo che ci rima­ne dopo aver dimen­ti­ca­to i dati con­cre­ti del­le noti­zie (ammes­so che ci sia­mo sta­ti tra­smes­si). I media rea­liz­za­no in con­ti­nua­zio­ne ope­ra­zio­ni di “fra­ming” espli­ci­to, nei con­fron­ti di avve­ni­men­ti che suc­ce­do­no nel mon­do, e la con­ti­nua ripe­ti­zio­ne di que­ste ope­ra­zio­ni (in pra­ti­ca, modo di dare la noti­zia), fa si che si for­mi­no dei fra­me impli­ci­ti.

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