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sabato, 27 Luglio 2024

Per i padro­ni, la comu­ni­ca­zio­ne deve esse­re media­ta

Nell’articolo “Movi­men­to 5 Stel­le, ecco come fun­zio­na la pro­pa­gan­da su Face­book” il “gior­na­li­sta”, a libro paga di De Bene­det­ti, rosi­ca parec­chio per­ché la «strut­tu­ra costrui­ta [dal movi­men­to 5s] negli anni… per­met­te di aggi­ra­re i media tra­di­zio­na­li e fare arri­va­re il mes­sag­gio pen­ta­stel­la­to sen­za inter­me­dia­zio­ne».

Già dal sot­to­ti­to­lo si capi­sce che, secon­do il sig. Mau­ro Muna­fò il fat­to di comu­ni­ca­re sen­za una inter­me­dia­zio­ne, e aggiun­ge­rei cen­su­ra­ta, e aggi­ra­re i media tra­di­zio­na­li è una cosa gra­ve, per­ché sfug­ge alla rete del pote­re. Ma potreb­be sor­ge­re un dub­bio… tito­lo e il sot­to­ti­to­lo non sono sta­ti scrit­ti da lui.

Nell’articolo, che non lin­ko, per­ché voglio fare pub­bli­ci­tà a un fogliac­cio, il signo­re par­la del­la diret­ta video di Lugi Di Maio del 27 mag­gio, quan­do il Pre­si­den­te del­la Repub­bli­ca boc­ciò Pao­lo Savo­na come mini­stro dell’Economia.

Nell’articolo si cita­no anche dati riser­va­ti (rica­va­ti come non lo spie­ga­no, ma se sono riser­va­ti avran­no ben vio­la­to qual­che siste­ma di sicu­rez­za. Hac­ker rus­si? No se hai De Bene­det­ti come garan­te sei a posto… il sin­da­ca­to ci fece scio­pe­ra­re quan­do lo incar­ce­ra­ro­no per le schi­fez­ze ven­du­te allo sta­to) … «nel­le pri­me 12 ore dal­la sua pub­bli­ca­zio­ne appa­re sui Face­book [sui Face­book!?!??!?!?! ogni uten­te ha un Face­book diver­so 😊] di 12 milio­ni di uten­ti, tota­liz­zan­do oltre 7 milio­ni di visua­liz­za­zio­ni. Nes­su­na inter­me­dia­zio­ne, nes­sun gior­na­li­sta, nes­sun com­men­ta­to­re, nes­sun con­trad­dit­to­rio: solo Di Maio con la sua ver­sio­ne dei fat­ti e la tele­ca­me­ra».

Ovvia­men­te ven­go­no smon­ta­ti i dati, che se è pur vero che «le sta­ti­sti­che di Face­book ten­do­no a esse­re piut­to­sto gene­ro­se e a con­si­de­ra­re ascol­ta­to­re anche chi ha visto appe­na 3 secon­di di video o non ha atti­va­to l’audio (e sono la mag­gio­ran­za, spe­cie tra chi scor­re la app sul­lo smart­pho­ne)» [app, smart­pho­ne, scor­ri­men­to, audio… del­la serie ma di che caz­zo par­li? ok scri­vi ste cose per far­ti vede­re un esper­to, esper­to, esper­to…], vie­ne dato per affi­da­bi­le il dato degli ascol­ti tele­vi­si­vi, rac­col­to tra­mi­te cam­pio­ne (mai chia­ri­to come vie­ne scel­to). E qui si da per scon­ta­to che sia più serio il medium TV, for­se per­ché pos­so­no fare un con­tra­dit­to­rio? Con­tra­dit­to­rio tra chi, tra loro?

Poi il nostro, si tra­sfor­ma in un esper­to di Social Media Mar­ke­ting, citan­do a caz­zo le tra­sfor­ma­zio­ni dell’algoritmo di Face­book, sen­za cita­re fon­ti (peral­tro facil­men­te repe­ri­bi­li), il che dimo­stra che la digi­tal divi­de esi­ste e non dipen­de dal tito­lo di stu­dio, ma se sei schia­vo di un padro­ne.

Il vero pro­ble­ma sta che «Oltre alla pro­pa­gan­da uffi­cia­le, che deve rispet­ta­re comun­que una cer­ta isti­tu­zio­na­li­tà, c’è un sot­to­bo­sco di pagi­ne, siti e grup­pi ama­to­ria­li».

Final­men­te il “nostro” cen­tra il vero pro­ble­ma, la pos­si­bi­li­tà di chiun­que di diven­ta­re vei­co­lo di infor­ma­zio­ne (giu­sta o sba­glia­ta che sia), non media­ta dal pote­re del capi­ta­le, di cui il “nostro” è un sem­pli­ce ser­vet­to, che sarà il pri­mo “eli­mi­na­to” quan­do il suo padro­ne non ne avrà più biso­gno.

Que­sta man­can­za di isti­tu­zio­na­li­tà (che signi­fi­ca? per caso non ave­re il tes­se­ri­no del­la cor­po­ra­zio­ne dei ser­vi del pote­re?) è il pro­ble­ma, per­ché il “nostro” esper­to in comu­ni­ca­zio­ne social dovreb­be ben sape­re che sui social la comu­ni­ca­zio­ne è bidi­re­zio­na­le, men­tre sui medium tra­di­zio­na­li, come tv, gior­na­li ecc. è uni­di­re­zio­na­le, broa­d­ca­sting da una tra­smit­ten­te ad un insie­me di rice­vi­to­ri, dove si capi­sce che non esi­ste un modo di inter­ve­ni­re in modo diret­to, non esi­ste un modo per con­tro­bat­te­re quel­lo che il pote­re dice (tra­smet­te). Tut­ti i medium tra­di­zio­na­li han­no in sé for­ma di pote­re a pre­scin­de­re da chi li detie­ne.

I social sono reti di comu­ni­ca­zio­ne oriz­zon­ta­li che ren­do­no pos­si­bi­le quel­la che Castells ha defi­ni­to «auto­co­mu­ni­ca­zio­ne di mas­sa, [che accre­sce] dra­sti­ca­men­te l’autonomia dei sog­get­ti comu­ni­can­ti rispet­to alle cor­po­ra­tion del­le comu­ni­ca­zio­ni, in quan­to gli uten­ti diven­ta­no al tem­po stes­so mit­ten­ti e desti­na­ta­ri di mes­sag­gi». [M. Castells – Comu­ni­ca­zio­ne e pote­re].

Nei medium tra­di­zio­na­li o main­stream ma il cui vero nome è bor­ghe­se, gli atto­ri del­la comu­ni­ca­zio­ne favo­ri­sco­no i pro­pri inte­res­si attra­ver­so mec­ca­ni­smi qua­li la scel­ta dell’agenda media­ti­ca (agen­da che vie­ne segui­ta anche da chi si auto dichia­ra alter­na­ti­vo), la fal­si­fi­ca­zio­ne e la mani­po­la­zio­ne del­le noti­zie e di tut­te le altre for­me di comu­ni­ca­zio­ne, come foto e fil­ma­ti, debi­ta­men­te taglia­ti e mon­ta­ti.

Que­sti com­ples­si pro­ces­si por­ta­no ad un risul­ta­to sem­pli­ce, quel­lo di impian­ta­re nel­la men­te di milio­ni di per­so­ne del­le “cor­ni­ci” (fra­me) che intro­du­co­no con­cet­ti che devo­no diven­ta­re ege­mo­ni­ci per il pote­re.

Da sem­pre i media si sono pre­sen­ta­ti come stru­men­ti ideo­lo­gi­ci al ser­vi­zio del­la clas­se al pote­re, e il ruo­lo che essi han­no assun­to è sem­pre sta­to quel­lo di con­trol­lo e istru­zio­ne degli indi­vi­dui, al fine di impe­di­re una pre­sa di coscien­za.

Il pote­re eco­no­mi­co, quel­lo del dio mer­ca­to, deve crea­re un domi­nio poli­ti­co e ideo­lo­gi­co fun­zio­na­le a sé stes­so e tra­sfor­ma i media in stru­men­ti neces­sa­ri, al pari di car­ce­ri e scuo­le, al modo di pro­du­zio­ne capi­ta­li­sti­co. Que­sto in Ita­lia avvie­ne con la media­zio­ne del­lo sta­to che con­trol­la diret­ta­men­te radio e tele­vi­sio­ni (a cui noi tut­ti dob­bia­mo con­tri­bui­re a man­te­ne­re con il cano­ne), e indi­ret­ta­men­te tra­mi­te par­ti­ti poli­ti­ci e sov­ven­zio­ni ai gior­na­li.

Ma dove sta il con­tra­dit­to­rio, che il nostro qua­qua­ra­quà desi­de­ra tan­to in un TG3 che par­ten­do dal cada­ve­re in putre­fa­zio­ne di LEU, pas­san­do ai due tre espo­nen­ti del­le cor­ren­ti DEM (tan­te cor­ren­ti quan­ti gli elet­to­ri), e alle altret­tan­te veli­ne di FI, per fini­re ai fini dici­to­ri (paga­ti dal nostro cano­ne) che leg­go­no le veli­ne impo­ste dai fina­zi­sti di Bru­xel­les che con­ti­nua­no da mesi a ripe­te­re la stes­sa fra­se… «sono a rischio i rispar­mi degli ita­lia­ni», sen­za dare una mini­ma giu­sti­fi­ca­zio­ne a quel­lo che dico­no, per­ché l’importante è for­ma­re nel­le nostre men­ti que­sti fra­me che voglio­no pre­sen­ta­re le scel­te del fina­zi­sti euro­pei come le miglio­ri pos­si­bi­li, anche se le poli­ti­che gover­na­ti­ve non sono cer­to rivo­lu­zio­na­rie, ma han­no una pur mini­ma cri­ti­ca alla poli­ti­ca nizieu­ro­pei­sta.

E per fini­re la bar­zel­let­ta di oggi dal Bran­cac­cio in cui the child of the win­dow com­mis­sio­ner dice che “Il pote­re non ama chi lo con­te­sta”.

Non abbia­mo cer­to biso­gno di un Cala­bre­si qua­lun­que (a libro paga del pote­re) che ci ven­ga a dire una veri­tà che cono­scia­mo da cen­ti­na­ia di anni.

 

«Biso­gna dire e ripe­te­re che quel sol­di­no but­ta­to là distrat­ta­men­te nel­la mano del­lo stril­lo­ne è un pro­iet­ti­le con­se­gna­to al gior­na­le bor­ghe­se che lo sca­glie­rà poi, al momen­to oppor­tu­no, con­tro la mas­sa ope­ra­ia»
[Gram­sci — I gior­na­li e gli ope­rai — Avan­ti!, ediz. Pie­mon­te­se, 22 dicem­bre 1916]

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